Pier Paolo Pasolini

Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura.

I diritti civili sono in sostanza i diritti degli altri.

La droga viene a riempire un vuoto causato dal desiderio di morte e che è dunque un vuoto di cultura.

Io so questo che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare.

Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine.

Io sono nero di amore, né fanciullo né usignolo, tutto intero come un fiore, desidero senza desiderio.

Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore.

La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi.

Nel quartiere borghese c’è la pace di cui ognuno dentro si contenta, anche vilmente, e di cui vorrebbe piena di ogni sera l’esistenza.

Solo l’amare, solo il conoscere conta, non l’aver amato, non l’aver conosciuto.

Ho voluto la mia solitudine. Sono senza amore, mentre, barbaro o miseramente borghese, il mondo è pieno, pieno d’amore…

Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato.

Io avevo voglia di stare da solo, perché soltanto solo, sperduto, muto, a piedi, riesco a riconoscere le cose.

L’ora è confusa e noi come perduti la viviamo.

Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene.

Il cammino incomincia e il viaggio è già finito.

L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è ora, il fascismo.

Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere in modo sleale. Grave colpa da parte mia, lo so!

Questo nostro mondo umano, che ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace.

Chi dice che io sono uno che non crede, mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso. Io posso essere uno che non crede, ma uno che non crede che ha nostalgia per qualcosa in cui credere.

E io camminerò leggero, andando avanti, scegliendo per sempre la vita, la gioventù.

La verità non sta in un solo sogno ma in molti sogni.

I primi ricordi della vita sono ricordi visivi. La vita, nel ricordo, diventa un film muto.

La volgarità è il momento di pieno rigoglio del conformismo.

La televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci.