Pinguini Tattici Nucleari

E siamo sempre un po’ fuori luogo ma sorridenti. Come un assolo di chitarra in radio in questo fottutissimo 2020.

Perché sei stata l’estate migliore della mia vita, è la verità. Sembrava La Storia Infinita e forse era solo la felicità.

Cosa mi dirai quando sarò lontano. Vieni nei miei guai, ti prendo per la mano.

Voglio quello che tu non mi mostri, i tuoi demoni e tutti i i tuoi mostri.

Ma questa sera ho solo voglia di ballare, di perdere la testa e non pensare più, che la mia vita non è niente di speciale e forse alla fine c’hai ragione tu: in un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr.

Gli amici ormai si sposano alla mia età ed io mi incazzo se non indovino all’eredità.

Maledetto cuore che ti sciogli ogni volta che dico addio.

Vorrei nuotare ma tu hai prosciugato i mari. Vorrei volare via ma tu m’hai tagliato le ali.

Irene, questa sera la faccia te la strapperei via così faresti paura al mondo ma resteresti sempre mia.

Ma chi l’avrebbe mai detto che mi sarei trovato qua prima di andare a letto in questa stupida, grandissima città.

Ci siamo persi in un bicchiere d’acqua. E poi ci siamo ritrovati in mare. Promettimi che se io metto i Kooks. Tu poi m’insegnerai a ballare.

E quanto siamo bravi a fingere di non provare sentimenti. E siamo felici come Pasque, sì Ma Pasque del 2020.

Irene non fidarti mai dei testi delle mie canzoni. Soprattutto di quelle da parafrasare che sono le peggiori.

Qualcuno ti da un cocktail, con chi dormi stanotte. Lo capirai soltanto se lo butti giù.

La tua assenza mi dà conforto, più della presenza del resto del mondo.

La musica il pane quotidiano lo dà solo a chi è celiaco.

Tu eri per me il pezzo del Tetris longilineo. Quello che lo aspetti una vita ma finalmente quando arriva ti risolve tutto.

Te l’avrò detto già tremila volte. Se servirà te lo dirò di più. Ti penso pure quando sto alle poste. Spedisco lettere ai tuoi occhi blu.

Ti ho scritto una lettera che sa cantare per tutti i giorni in cui vorrai dormire.

E resta qui con me tutta la notte e ti giuro che ti salverò dalla gente che ti pesta i piedi mentre balla reggaeton.

I tuoi “piuttosto”, i tuoi “abbastanza”, non fermeranno certo il vulcano che erutta sopra il mio viso scoperto.

Tu eri per me la bestia più feroce che si riesce a domare solamente sottovoce.