Una meta si proponeva Siddharta: diventare vuoto, vuoto di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore. Morire a se stesso, non essere più lui, trovare la pace del cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta.
Non importa quanti programmi facciamo o quanti protocolli seguiamo, non sapremo mai come finirà la nostra giornata, preferiremo sapere certo quali scherzi ci riserva il destino. Alla fine proprio gli incidenti sono la parte più interessante della giornata, della vita.