Se anche solo per un istante pensavo di essere strana, gli occhi di mia madre mi guardavano da sopra gli occhiali, e come due puntine da disegno mi fissavano saldamente al mio posto nel mondo.
Aveva un'idea tutta sua: un'idea che potremmo quasi definire da virologo. Lui pensava che si potessero curare il razzismo e l'odio, letteralmente curare tramite delle iniezioni di musica e amore nella vita delle persone.