Come sempre suole accadere in un lungo viaggio, alle prime due o tre stazioni l’immaginazione resta ferma nel luogo di dove sei partito, e poi d’un tratto, col primo mattino incontrato per via, si volge verso la meta del viaggio e ormai costruisce là i castelli dell’avvenire.
Ho sentito una definizione una volta: la felicità è costituita da una salute di ferro e da una memoria corta. Vorrei averlo inventato io, perché è molto vero.