Non andiamo a cena assieme, non siamo amici. Ma il rapporto coach-giocatore è ideale. È conflittuale il giusto, perché entrambi amiamo le sfide. Senza Phil non sarei diventato quello che sono.
Non ti paragonare a nessuno.
Tieni sempre la testa ben alta e ricorda: non sei né migliore né peggiore, semplicemente sei tu e questo nessuno lo può superare.