Iscriviti whatsapp FRASILANDIA

FRASILANDIA

Ignaz Semmelweis: il medico che salvava vite lavandosi le mani (ma nessuno gli credette)

Vienna, metà dell’Ottocento.
Nella grande clinica ostetrica dell’Ospedale Generale, le grida delle partorienti si mescolano a un silenzio pesante. Non è il dolore del parto a preoccupare le donne, ma la febbre puerperale, un’infezione che, in certi reparti, uccide fino a una madre su tre. Nessuno sa esattamente perché.

Il giovane medico ungherese Ignaz Semmelweis arriva in reparto nel 1846.
È meticoloso, osserva, annota. E si accorge di qualcosa di inquietante:
nel reparto gestito dai medici la mortalità è altissima, mentre in quello gestito dalle levatrici è molto più bassa.
Perché?


La scoperta

Semmelweis indaga. Nota che i medici, prima di assistere ai parti, partecipano spesso alle autopsie e poi tornano in sala senza lavarsi le mani.
Ipotesi azzardata per l’epoca: forse stanno portando particelle invisibili dai cadaveri alle donne vive.

Decide di sperimentare: ordina a tutti di lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calce prima di entrare in sala parto.
Il risultato è sconvolgente: la mortalità crolla dal 18% a meno del 2% in poche settimane.


L’incomprensione e il rifiuto

Convinto di aver trovato la chiave per salvare migliaia di vite, Semmelweis cerca di diffondere la sua scoperta.
Ma la reazione dei colleghi è fredda, quando non apertamente ostile.
Molti medici si sentono insultati all’idea che le loro mani possano essere “sporche” o portatrici di morte.
La medicina dell’epoca non conosce ancora i microbi: la teoria di Semmelweis sembra un’offesa al prestigio della professione.

Viene deriso, isolato e infine allontanato dal suo incarico.
Persino la sua salute mentale peggiora sotto il peso della frustrazione.


La fine e l’eredità

Nel 1865, a soli 47 anni, Ignaz Semmelweis muore in un ospedale psichiatrico, senza aver visto riconosciuta la sua scoperta.
Solo anni dopo, con le ricerche di Louis Pasteur e Joseph Lister, il mondo capirà che aveva ragione: lavarsi le mani è uno degli atti più semplici e potenti per prevenire la diffusione delle infezioni.

Oggi il suo nome è ricordato come quello del “salvatore delle madri”, l’uomo che, con un gesto tanto elementare quanto rivoluzionario, ha cambiato per sempre la storia della medicina.



La storia di Semmelweis ci ricorda che la verità, anche quando è chiara, può essere respinta se mette in discussione abitudini radicate e orgoglio personale.
E che a volte, per salvare una vita, basta davvero… lavarsi le mani.