Le coincidenze ci ricordano che siamo molto di più di ciò che vediamo e che dobbiamo incominciare a credere nel nostro istinto e nella nostra voce interiore.
Quando apri gli occhi al mattino, siediti tranquillo per un attimo e apprezza il dono di un nuovo giorno, crea un pensiero sereno per portarlo nei momenti del giorno che stai attraversando. Trasforma questo mattino in opportunità di affrontare al meglio la giornata, con un sorriso, forza e desiderio di fare. Ora alzati e vai sicuro della tua serenità, forte della tua grinta.
Non cercare di essere sempre perfetto, perché ti do una buona notizia, nessuno lo è. Sii semplicemente un buon esempio per chi ti sta intorno. Ama le cose che fai e sii felice.
Non so spiegarlo a parole, ma ottobre a me sembra il mese delle piogge, degli addii, delle lunghe dormite, ma anche dei profumi più intensi e dei gusti piccanti. Ottobre, un mese da respirare, gustare, calpestare.
Nei giorni di nebbia puoi smettere per un attimo di guardare, puoi respirare ed ascoltare. Chiudi gli occhi e concentrati sulle tue sensazioni, perché anche un giorno di nebbia non è per caso.
Ricorderai l’adolescenza come il periodo dalle emozioni più intense e dalle esperienze più vere. Un adolescente si butta con ogni cellula del suo corpo in quel che fa, se non altro perché è la prima volta.
Capodanno è il momento in cui si guarda verso nuovi orizzonti, si pensa ai nuovi sogni da realizzare, a riscoprire la forza e la fede, a gioire dei piaceri semplici e attrezzarsi per tutte le nuove sfide.
Halloween è il giorno in cui ci si ricorda che viviamo in un piccolo angolo di luce circondati dall’oscurità di ciò che non conosciamo. Un piccolo giro al di fuori della percezione abituata a vedere solo un certo percorso, una piccola occhiata verso quell’oscurità.
Come batte il suo cuoricino! Come lotta per liberarsi! Come noi, Paul. Proprio come noi. Noi crediamo di sapere tante cose, mentre in realtà non ne sappiamo più di un topo in trappola… un topo con la schiena spezzata che crede di avere ancora voglia di vivere.
Il sorriso le si era disfatto fulmineamente in un’espressione di vigile diffidenza che non gli era molto piaciuta: era stato come scoprire un crepaccio profondo quasi del tutto nascosto da fiori estivi nel bel mezzo di un prato ridente.
Quando ci lascia una persona speciale, una persona specialmente cara a tutti noi, troviamo difficile accettarlo, così può accadere che immaginiamo che non ci abbia veramente lasciati.
Garraty si chiese se le sue gambe si sarebbero bloccate. Pensava di no, ma era una cosa che avrebbe saputo con certezza solo al momento opportuno... Ed era un pensiero terribile.
Tornare a Derry. Perché avevamo promesso, mi ha detto, ed è vero. Abbiamo promesso. Tutto noi. Da ragazzi. Nel ruscello che attraversa i Barren, tenendoci per mano in circolo, dopo che ci eravamo tagliati i palmi con un pezzo di vetro. Sembravamo un gruppo di ragazzini che giocano ai fratelli di sangue, solo che si faceva sul serio.
In qualche punto, dentro la sua testa, i pannelli di controllo fumavano, i salvavita stavano per fondersi e uno scienziato pazzo agitava i pugni in segno di vittoria.