Ciò che nella vita reale mi ha sempre e ovunque ostacolato è stata la mia incapacità, fin negli anni della vecchiaia, di farmi un'idea autentica della meschinità e della bassezza degli uomini.
Chi vede tutto nero e teme sempre il peggio e prende le sue misure in questo senso, non si sarà sbagliato tanto spesso quanto colui che dà alle cose un colore e una previsione serena.
Di errori ne ho fatti parecchi, di cattive azioni mai. Non dimentico i torti subiti, spesso non li perdono, ma non mi vendico: la vendetta è volgare come il rancore. Questo mi dà una tal forza da leoni. Una forza che non mi fa avere paura di nulla.
Io i cretini non li sopporto: meglio un mascalzone che un cretino. E non sopporto nemmeno gli intellettuali. Gli intellettuali son così raramente intelligenti. Molto spesso, l’intellettuale è una cosa, l’intelligente un’altra.
Ce metti una vita a piacerti, e poi arrivi alla fine e te rendi conto che te piaci.Che te piaci perchè sei tu, e perché per piacerti c’hai messo na vita intera: la tua.
lo non mi curo mai di quello che sembro, di come gli altri mi vedono. Sono così, come la mia vita, le mie speranze, le mie delusioni, le mie gioie e le mie infelicità mi hanno fatta. Lo sono senza riserve e senza ipocrisie.
E quando la gente me diceva pe strada “bella Annì! Anvedi quanto sei bona!” io nun capivo e tra me e me pensavo “bella de che?”. Eppure, dopo tanti anni li ho capiti. C’ho messo na vita intera per piacermi. E adesso, quando me sento dì “bella Annì, quanto sei bona!”, ce rido sopra come na matta e lo dico forte, senza vergognarmi, ad alta voce “Anvedi a sto cecato!