Francesco Gabbani

La folla grida un mantra, l’evoluzione inciampa, la scimmia nuda balla

Up con un po’ di down.

E poi così, tu sei qui. Natale in un qualsiasi lunedì.

Intellettuali nei caffè, internettologi, soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi. L’intelligenza è démodé.

Avrei voluto solo realizzare il mio ideale, una vita normale.

Sopra a queste scale un po’ si scende un po’ si sale. Pertanto probabilmente il numero uno non conta niente. Comunque non conta più niente se invece di darsi la gente prende.

Ma l’amore di normale non ha neanche le parole. Parlano di pace e fanno la rivoluzione, dittatori in testa e partigiani dentro al cuore

La canzone “Amen” propone di fare il contrario di ciò che enuncia, è sarcastica.

C’è il Buddha in fila indiana, per tutti un’ora d’aria, di gloria

È un giorno che va via, un appuntamento. Un battito perpetuo che dura un momento.

Basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa.

Fra l’altro ti volevo dire: la vita non è male, per quanto stare bene non sia poi così normale.

Risposte facili. Dilemmi inutili

Il passato non dimentica, il futuro fa ginnastica. Si prepara tutti i giorni per te.

Nella confusione, miliardi di persone solo un’occasione quaggiù tra l’azzurro e il buco nell’ozono, tra John Lennon, Paul e Yoko Ono.

È solo una follia, un salto nel vento. Un’ora nello spazio, un punto nel tempo.