Negramaro

In bilico tra santi e falsi dei. Sorretto da un’insensata voglia di equilibrio e resto qui sul filo di un rasoio ad asciugar parole che oggi ho steso e mai dirò.

E ora ti canto il mare ma che bella canzone d’amore. Senti che musica dolce anche con il temporale.

C’è un ponte sospeso per aria, il cuore che arriva alla gola e sapore di bagel e nocciola. La vita che passa da qui.

Giurami non eri seria, davvero è finita l’estate? E tu che riesci a stare zitta, zitta, zitta e non sudare Il respiro lento che nasconde ogni tormento.

Fuori era primavera, a casa pioveva l’amore e tu che te ne stavi zitta per ore ed ore.

Adesso c’è che mi sembra strano parlarti mentre ti tendo la mano e penso a te che mi riesci a guardare senza occhi e lacrime amare.

La strada si aggroviglia nei tuoi capelli. I lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi. Hai il cuore che sa di asfalto e di preghiere e le macchine che attraversano senza più guardare.

E pensare a quanto tradirono tutti quei baci che tolsero via dalle bocche le frasi che avremmo voluto gridare per convincerci che di amarci noi non ne saremmo mai stati capaci.

Ho cercato il contatto, di parlare ero stanco. Ho voluto sentire sul corpo le cose che un giorno mi hai detto.

New York New York, stanotte tu sorprendimi. Dalle mille bugie, dalle solite storie, ti prego nascondimi.

Sarà perché non ho più facce da dimenticare. Se tu mi manchi, se mi manchi sarà come morire.

Dimmi ancora quanto pesa la tua maschera di cera. Tanto poi tu lo sai si scioglierà, come fosse neve al sole mentre tutto scorre.

Tornerai anche tu tra gli altri e mi sentirò impazzire. Tornerai e ti avrò davanti. Spero solo di non svenire.

Amore che torni, se ritorni nei giorni non cercare da me quello che non ricordi. Amore che torni se davvero ritorni.

Il respiro lento di una strada a doppio senso. Le cose che ho da dire non ne hanno neanche mezzo.

Tu sei non sei più quel che eri un tempo e ora sei quel che c’è di diverso da me.