In ogni caso, non è che io fossi ostile alla cultura di massa, né avevo intenzione di fare l'agitatore. Ero solo convinto che la cultura per il vasto pubblico fosse fiacca da morire, e anche una grossa presa in giro.
Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.