Sarà stata la passione per gli altri mondi o la crescente avversione che provavo per il nostro, ma da quando mi ricordo ho sempre sognato di andare nello spazio.
Ero tornato, ero sbucato, avevo fatto fortuna – dormivo all’Angelo e discorrevo col Cavaliere – ma le facce, le voci e le mani che dovevano toccarmi e riconoscermi, non c’erano più. Da un pezzo non c’erano più.