L'infanzia non va dalla nascita a una certa età, quell'età in cui il bambino è cresciuto e mette da parte le cose infantili. L'infanzia è il regno in cui nessuno muore.
La mia non è stata una scelta fra te e Jacob. È stata una scelta tra chi dovrei essere e chi sono. Io mi sono sempre sentita fuori posto, come se continuassi ad inciampare tutta la vita. Io non mi sento normale. Perché non sono normale e nemmeno voglio esserlo. Ho dovuto affrontare il dolore, la sconfitta, la morte nel tuo mondo e nel mio, eppure non mi sono mai sentita così forte, più viva e più me stessa, perché è anche il mio mondo a cui voglio appartenere.
L’infanzia non va dalla nascita a una certa età, quell’età in cui il bambino è cresciuto e mette da parte le cose infantili. L’infanzia è il regno in cui nessuno muore.
Se anche solo per un istante pensavo di essere strana, gli occhi di mia madre mi guardavano da sopra gli occhiali, e come due puntine da disegno mi fissavano saldamente al mio posto nel mondo.
La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive.
Anche in mezzo ad una folla, gli spiriti affini riescono a comunicare. Si riconoscono tra la folla per qualcosa di familiare, di intimo, che ognuno dei due ritrova nell'altro.
Per me Milano è la città della nebbia perché in autunno ho visto questa nebbia incredibilmente fitta, un tipo di nebbia che in Giappone non avevo mai visto, e l'ho trovata splendida, bellissima.