Spesso vogliamo ascoltare delle parole e, una volta ascoltate, quando è troppo tardi, ci rendiamo conto che andavano ascoltate in circostanze molto diverse.
Quarta regola [del Fight Club]: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe.
Siamo i figli di mezzo della storia, senza scopo nè posto. Non abbiamo la grande guerra nè la grande depressione. La nostra grande guerra è spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita.
Se l'aspirante è giovane digli che è troppo giovane. Vecchio, troppo vecchio. Grasso, troppo grasso. [...] Se però aspetta per tre giorni senza mangiare, dormire o essere incoraggiato allora può entrare e cominciare l'addestramento.
Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club... dovete combattere!
Io vado per tutta la città, lavoro a Bronx e Brooklyn, lavoro anche ad Harlem che è pieno di negri, io me ne frego del colore della pelle ma certi ci badano, certi miei colleghi i negri non li portano, per me non fa nessuna differenza.
In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno. È un uomo dimenticato e solitario che deve disperatamente provare di essere vivo.
Solo adesso mi accorgo che anche lei rassomiglia a tutti gli altri: fredda e insensibile. Ce n'è tanta di gente così, specialmente le donne: sono tutte uguali.
Perché non mi vuole parlare? Perché non mi vuole parlare? Perché non viene al telefono quando la chiamo? Crede che non lo sappia che lei è lì? Crede che non lo sappia?
In quell'istante ho capito che non vi somigliavate, ma proprio per niente! E nello stesso istante ho capito che tra noi c'era qualcosa, qualcosa che ci spinge uno verso l'altro e questo mi ha dato il diritto di parlare. Sennò non avrei avuto il coraggio di venire da lei e dirle quello che le ho detto, non avrei avuto neanche il coraggio di parlare.. Lui per lei era un estraneo e io no e l'ho capito subito.
Cercai tante volte di telefonarle ma poi non veniva più neanche al telefono. Le mandai dei fiori ma me li riportavano tutti a casa. L'odore dei fiori mi dava la nausea, e il mal di testa mi torturava. Mi pareva di avere il cancro allo stomaco... Non dovevo lamentarmi però, la salute è una cosa che dipende da come ti senti. Più pensi di sentirti male e più... stai... male.
Io ho sempre sentito il bisogno di avere uno scopo nella vita, non credo che uno possa dedicarsi solo a se stesso, al proprio benessere. Secondo me uno deve cercare di avvicinarsi alle altre persone.
Lavoro tutta la notte adesso, dalle sei del pomeriggio alle sei del mattino, certe volte anche la domenica; è una fatica ma almeno mi tiene sempre occupato. Guadagno trecento, trecentocinquanta alla settimana, certe volte anche di più, quando faccio senza tassametro.
Vengono fuori gli animali più strani, la notte: puttane, sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l'altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre.
Cari papà e mamma, vi ricordo che il mese di luglio è quello nel quale cade non solo l'anniversario del vostro matrimonio ma anche l'onomastico di papà e il compleanno della mamma, mi dispiace di non ricordare le date esatte ma con questa mia vi faccio gli auguri per tutte e tre le feste.
State a sentire stronzi, figli di puttana io ne ho abbastanza, ho avuto anche troppa pazienza, ho avuto anche troppa pazienza, ho avuto troppa pazienza con voi sfruttatori, ladri, drogati, assassini, vigliacchi. Ho deciso di farla finita, ho deciso di farla finita, ho deciso di farla finita, ho deciso di... sei morto!