Se amavi il calcio ed eri tanto fortunato da giocarlo a livello professionistico, non avresti potuto scegliere un decennio migliore in cui vivere. E se eri un potenziale alcolista non avresti potuto sceglierne uno più pericoloso. Negli anni sessanta succedeva di tutto. E tutto sembrava possibile.
Fu il giornale portoghese “Bola” – dopo la finale di Coppa dei Campioni con il Benfica – a soprannominarmi El Beatle perché ero un inglese con i capelli lunghi. Quel soprannome mi sarebbe rimasto appiccicato per un po’.