Madame

Dimmi ora che non hai. Più voglia di restare con me. Dimmi ora che non sai. Se ciò che sono fa per te.

Prima dicevi: sei unica. Ora ti stanchi se non si comunica.

Baby, puoi guardare avanti anche se è sempre buio, c’è luce in fondo. Ricordati di dire un “grazie” per ogni giornata in cui sei felice. Che poi rischi di prenderci gusto e uscire ogni giorno con gli occhi lucidi.

Scivolerei fra le tue mani lisce, almeno fino a che non riusciamo a dormire.

Tu non cadi ma rimani fermo come pioggia che guarda il cemento.

Sono la donna più bella che avrai, ma mi nascondi.

Sembri una foglia che si sveglia all’alba mentre i tuoi biondi viaggiano nell’aria. Se davanti c’è il buio più totale, tu salta.

Nemmeno se mi bruci e se divento gas. Con solo la voce riesco a fare hype.

Siedi e sentimi stammi accanto finché posso toccarti taci e stenditi dormirò sulle tue mani calde.

Quando non hai mai sparato, ma hai sperato in una fine o la tua fine: bang.

Tu sei la mia strada, le Champs Élysées Tu mi hai salvato dal vuoto che c’è.

Baby, in fondo mi manchi. Lascio un’altra sigaretta senza filo di rossetto perché non m’hai fatto domande.

Cerca dentro te e saprai, mi hai ferita. Guarda dentro me, non vedrai una nemica.

Tra mille problemi in famiglia e la casa che andava a fuoco, quegli anni passati in provincia. Io stavo cadendo nel vuoto.

Uscita di casa tua, la solita sigaretta, ne ho fumato solo mezza. L’ho lasciata per terra, non l’ho buttata nel tombino come al solito, così ti ricordi di me.

Se vuoi dell’acqua, ti compro una spiaggia.

Quando ci vedremo non saprò come vestirmi, metterò a soqquadro l’armadio solo per un “sei così bella”.

Sei la cosa che ci penso, se ci penso, dopo un incubo, e quando mi sveglio il cuore a palla abbraccio il mio cuscino e lì ci sei te.

Mi manca la voce, ieri sera, da ubriaca, ho urlato forte il tuo nome.