Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie. Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo. Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Le serenate all'istituto magistrale nell'ora di ginnastica o di religione per carnevale suonavo sopra i carri in maschera. Avevo già la Luna e Urano nel Leone.
Per le strade di Pechino erano giorni di maggio. Tra noi si scherzava a raccogliere ortiche. Non sopporto i cori russi, la musica finto-rock, la new wave italiana, il free jazz punk inglese, neanche la nera africana.
Non lasciamo che sia il tempo a cancellarci senza un gesto. Far la fine dei graffiti abbandonati alle pareti, lentamente sgretolati dalla pioggia e dal calore.
Abbiamo un bene da portare come le catene e doppi nodi che ci legano le mani strette. Ed ogni volta che tentiamo di scappare, ci ritroviamo sempre ancora a far l'amore.
Quante volte avremmo detto con fermezza che tra noi era finita. Da domani ricomincia un'altra vita tranne poi tornare dove siamo stati sempre certi di trovarci.
Sopra a queste scale un po' si scende un po' si sale. Pertanto probabilmente il numero uno non conta niente. Comunque non conta più niente se invece di darsi la gente prende.