È sempre una questione d’amore. Io sono qui perché tanta gente ha amato il mio film: l’amore è come una divinità e, a volte, se avete fede, come ogni divinità può apparire. Ecco perché voglio dedicare questo premio a mia moglie.
Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.
La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.
Geneticamente uomo e donna sono identici. Non lo sono dal punto di vista epigenetico, di formazione cioè, perché lo sviluppo della donna è stato volontariamente bloccato.
Il cervello non ha rughe: se continua a lavorare sodo, si rinnova continuamente, anche dopo gli 80 anni e, a differenza di altri organi, può perfino migliorare.
Per me quello che conta, in una persona, non è che sia ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto. E sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti.
Sono femminista nel senso di voler ridare alle donne la dignità umana, e la capacità di utilizzare il cervello. Ma non nel senso del motto «l'utero è mio e lo gestisco io»: quella è una stupida frase, che non ha senso. Io credo che l'utero sia sì della donna, ma che il suo frutto sia anche dell'uomo che sta con lei.
Sulla campana della libertà c’è scritto “Che suoni la libertà”. Questo è un messaggio che può unire i nostri popoli e che spero si sentirà nel mondo per secoli.
La tradizione anglosassone sta alla tradizione latina come l'olio all'aceto. Ci vogliono entrambi per fare la salsa, altrimenti l'insalata è poco condita.
Riempiti gli occhi di meraviglie, vivi come se dovessi cadere morto fra dieci secondi! Guarda il mondo: è più fantastico di qualunque sogno studiato e prodotto dalle più grandi fabbriche.
Ci sono momenti in cui la vita sembra piccola, noiosa, meschina e senza un obiettivo. E poi a un certo punto veniamo trascinati in un grande evento che ci fa capire quanto sia solida e profondamente durevole la nostra esistenza.
La nostra pace e prosperità non possono essere date per scontate e devono sempre essere curate, di modo che non dobbiamo più costruire monumenti alla nostra gioventù caduta.
Appartengo al mio popolo, ma non come intendeva Elisabetta I. Non ho scelto io di essere regina, so ciò che si attendono da me, manterrò i miei impegni.