Ciao ciao ai tuoi orecchini con il simbolo della pace te li ho comprati io d'estate al mercatino dei freak. Non mi hai nemmeno detto grazie ma ti sei fermata lì a ballare.
L'amicizia che non passerà mai. Mi sento male a un osso per l'umidità, ahi. Avevo voglia di prestarti qualche cosa o solamente di riuscire a fare tardi con la scusa di parlarti, e di toccarti e di salvarti.
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza Calpestare il cuore Ci si passa sopra almeno due o tre volte i piedi come sulle aiuole Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini Per scivolare meglio sopra l'odio Torre di controllo, aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio Potrei ma non voglio fidarmi di te Io non ti conosco e in fondo non c'è In quello che dici qualcosa che pensi Sei solo la copia di mille riassunti Leggera leggera si bagna la fiamma Rimane la cera e non ci sei più
Ti ho mandata via sento l'odore della città, non faccio niente, resto chiuso qua. Ecco un altro dei miei limiti. Io non sapevo dirti che solo a pensarti mi dà i brividi anche a uno stronzo come me.
Stava facendosi harakiri chiuso in un cinema porno francese ma dopo i primi tentativi “non è il momento” disse, poi si arrese agli sviluppi della trama, alla profondità dei dialoghi.
La verità sparisce dai gradini sotto il portico restano cocci di bugia, così che i sogni s'infilano come soldi nelle fodere dei cappotti, dalla fessura scucita ci passano quasi tre dita per poco non cadono nel bosco del povero vicino al custode ringhioso e spelacchiato.
Le mie parole sono sassi precisi e aguzzi pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese. Sono nuvole sospese, gonfie di sottintesi che accendono negli occhi infinite attese.
Dicono loro che sono scienziati affermati, classe di uomini scelti e di gente sicura. Ma l'unica cosa evidente è che il mostro ha paura. Il mostro ha paura.